lunedì 2 febbraio 2015

Il percorso ciclabile Londra - Parigi secondo noi...

Eccoci dunque all'inizio della seconda fase!

Come vi avevamo anticipato da oggi riprenderemo i percorsi vincitori della prima fase e, invece di tediarvi con ulteriori descrizioni, vi esporremo le motivazioni e le perplessità che sono emerse quando, ovviamente davanti a numerosi bicchieri di vino, ci siamo incontrati per stilare l'elenco dei sedici itinerari.

Partiamo quindi dal primo itinerario vittorioso, il percorso ciclabile Londra-Parigi, 400 km attraverso le campagne inglese e francese, viaggiando fra due delle più importanti città non solo d'Europa, ma del mondo intero. Per chi si volesse rileggere l'itinerario basta cliccare sull'immagine qui sotto!



Alessandro

Perché SI:
Il 2 agosto 1998 ero a Parigi con due mie amiche: eravamo partiti per il tradizionale Interrail della maturità, per tre settimane fra Francia, Belgio e Olanda. Quel giorno mi sono ritrovato insieme ad altre decine di italiani a cantare come un pazzo l'inno nazionale: Marco Pantani era stato appena incoronato vincitore dell'ottantacinquesimo Tour de France. Mi ricordo come se fosse oggi l'attesa alle transenne, quella macchia di giallo che mi passa davanti lungo gli Champs Élysées, e poi la corsa fino Place de la Concorde per assistere anche se da molto lontano alla premiazione. Ecco, da quel giorno per me Parigi sarà per sempre il punto di arrivo di grandi imprese ciclistiche.

Perché NO:
Sono un po' perplesso dall'itinerario: la partenza e l'arrivo sono sicuramente mozzafiato, ma temo che il resto del percorso possa essere un po' noioso, senza troppe difficoltà e senza soste di particolare interesse. Oltretutto mi preoccupa un po' la logistica: dovremmo organizzarci per bene con aerei, eventualmente treni, e traghetti. Tutto questo potrebbe complicare notevolmente l'organizzazione.


Filippo

Perché SI:
Argomentare positivamente su questo percorso appare sin troppo facile! Per un pigro come me, poco incline all'agonismo, ma appassionato di storia, architettura e cibo, risulta molto allettante poter attraversare in bicicletta due capitali del mondo come Londra e Parigi. Sarebbe senz'altro una visita diversa da quelle tradizionali che tutti noi abbiamo fatto sui soliti itinerari turistici; infatti, avremmo la possibilità di gustarci queste due incredibili città da un punto di vista assolutamente diverso, quello delle due ruote, che permette di ammirare scorci, quartieri e vite, solitamente precluse al "turista tradizionale".

Perché NO:
Oltre alle due capitali, l'itinerario prevede ovviamente di percorrere svariati chilometri tra la campagna inglese e francese. Il dubbio che mi attanaglia è che in parte questo viaggio possa essere un po' noioso, perché, se è vero che alcuni paesaggi sono senza dubbio mozzafiato (basta pensare alle bianche scogliere di Dover), per lunghi tratti il paesaggio rischia di essere alquanto monotono. Inoltre, mancherebbe quel brivido a cui ormai sono abituato, dato da qualche bella salita spacca gambe, del tutto assente in questo percorso.


Mauro

Perché SI:
La difficoltà nel rispondere a questa domanda, sta nel racchiudere il contenuto nelle poche righe che ci siamo prefissati come obiettivo, al fine di non risultare troppo noiosi. Londra e Parigi non sono due città, ma sono due ombelichi dello stesso mondo: l’idea di intraprendere un viaggio tra queste due capitali in modo “non convenzionale” rappresenta di per sé l’aspetto, a mio avviso, più entusiasmante. Si tratta inoltre di un viaggio all'insegna dell’equilibrio, in quanto il rumoroso suono della vita di due grandi metropoli è perfettamente bilanciato dalla tranquillità delle pacifiche campagne inglese e francese, il cui attraversamento rappresenta lo spartiacque tra i ritmi frenetici della vita cittadina, che caratterizzano l’inizio e la fine di questo percorso.

Perché NO:
In realtà non ho grosse motivazioni da contrapporre alla realizzazione di questo itinerario, ma se proprio devo sforzarmi di trovarne una, mi concentro sull'aspetto “viaggio”. In effetti trovo un po’ inquietante e scomoda l’idea di arrivare in aeroporto con il pacchetto regalo contenente la bicicletta semi-smontata e ancora peggio dover attendere, in compagnia del fagotto, che l’interminabile fila del check-in giunga ad esaurimento. A questo ovviamente si aggiungono tutte le classiche incognite che sistematicamente accompagnano l’affidamento di un bagaglio alle grinfie del personale aeroportuale, soprattutto se si tratta di un mezzo costituito da delicati ingranaggi meccanici il cui corretto funzionamento può essere gravemente compromesso da ripetuti urti e traumi.

Nessun commento:

Posta un commento

Archivio blog