lunedì 12 gennaio 2015

Itinerario 16. Percorso "Mari e Monti" (Genova - Gran San Bernardo)

Anche il penultimo sondaggio è giunto a termine ed ha visto trionfare il percorso ciclabile della Loira sulla tratta Berlino-Copenaghen per 11 voti a 9 (pari al 55,00% contro 45,00%). Pertanto, il percorso ciclabile della Loira accede alla prossima fase, mentre l’itinerario da Berlino a Copenaghen si accomoda nell'ormai folta schiera dei perdenti.

Oggi presentiamo l’ultimo itinerario della nostra raccolta di 16 percorsi ciclabili tra i quali i lettori del blog hanno avuto e avranno il piacere (e l'onore, aggiungiamo noi!) di scegliere il percorso Lazy 2015. La particolarità di questo itinerario è che non lo abbiamo trovato su guide ufficiali o spulciando sul web tra i vari percorsi consigliati, ma lo abbiamo pensato noi di Lazy on Bike e, con estrema fierezza, ve lo presentiamo in anteprima, sperando di avere il vostro gradimento. Con la pubblicazione di questo itinerario, inizia anche l'ultimo sondaggio della prima fase, che lo contrappone al percorso ciclabile del Galles, pubblicato lo scorso lunedì.

Il percorso in questione, che noi abbiamo ufficialmente battezzato “Mari e Monti”, unisce la città di Genova al Passo del Gran San Bernardo, al confine tra Italia e Svizzera. Vediamo nel dettaglio come dovrebbe snodarsi l’itinerario.

Come detto, il punto di partenza è la città di Genova, una delle quattro storiche Repubbliche Marinare, il cui centro storico è costellato da alcuni dei palazzi e delle residenze più belle d’Europa, tanto da meritare l’inserimento nel patrimonio mondiale dell’UNESCO. L’effettiva partenza è stabilita dal Porto Vecchio, dove è possibile visitare la parte più verace della città, oltre a degustare le principali prelibatezze, tra le quali è quasi inutile ricordare le mitiche trofie al pesto.


La direzione da seguire è verso Ponente ed è qui che si incontrano le prime difficoltà. Infatti, per il particolare posizionamento geografico della città, schiacciata tra le montagne e il mare, non è assolutamente agevole uscire dalla città in sella alle biciclette e sarà quindi un’impresa orientarsi tra le stradine che si inerpicano a picco sul mare prima di raggiungere Arenzano, nota località turistica a circa 30 km dal capoluogo. Da qui, il percorso si semplifica notevolmente, in quanto, sebbene non manchino i continui saliscendi inevitabili della riviera ligure, è possibile raggiungere Savona tramite un percorso che, a tratti, è dedicato esclusivamente alle biciclette. Tuttavia non sempre sarà possibile evitare alcuni brevi spezzoni della temibile Aurelia.

In questo susseguirsi di stradine e piste ciclabili, dove si alternano i colori e i profumi tipici del mare e della campagna, si attraversano tanti piccoli paesini della riviera di Ponente, tra i quali alcune località turistiche rinomate quali Cogoleto ed Albissola Marina, prima di giungere a Savona dopo 55 km davvero impegnativi.

Savona è il terzo comune ligure per dimensioni e numero di abitanti e, per la particolare ubicazione geografica, è considerato il porto del Piemonte (il Piemonte dista infatti pochissimi chilometri); la città offre alcune attrattive di interesse storico-turistico, ma soprattutto culinario.

Il tratto successivo è forse il più impegnativo di tutto il percorso; la doppia esigenza di evitare strade trafficate e pericolose e di scollinare verso il Piemonte porta l’itinerario a virare verso strade secondarie di campagna, le cui caratteristiche principali sono le pendenze improponibili e la difficoltà a trovare forme di vita per diversi chilometri. Queste caratteristiche unite insieme richiederanno pertanto una capillare organizzazione per non restare a corto di acqua e provviste. Dopo circa 40 faticosi chilometri, si giunge in Piemonte, dove, lungo la strada statale 661, inizia la pedalata lungo i pendii che conducono verso le Langhe.


Da qui ha inizio un vero e proprio “tour delle Langhe”, attraverso la rete di itinerari ciclabili predisposti sul territorio. Le costanti del percorso sono ovviamente i vigneti, le distese di noccioli ed i magnifici borghi e manieri che costellano il panorama delle Alte Langhe, fino all'arrivo nel capoluogo ideale di questa regione, ovvero Alba. In tutta la zona è d'obbligo, oltre a gozzovigliare a base di quei prodotti tipici che hanno reso famosa questa regione in tutto il mondo, girellare per le stradine del centro e ricaricare le batterie presso lo spaccio aziendale della Ferrero, dove fare rifornimento di leccornie di tutti i tipi per affrontare le dure salite mancanti.

L’arrivo ad Alba è previsto dopo circa 30 km dall'ingresso in Piemonte ed è quindi necessario compiere un ulteriore sforzo per percorrere la pista ciclabile del Tanaro fino a Bra. Il Piemonte non è una regione ben attrezzata per quanto riguarda la ciclabilità; pedalando lungo il parco fluviale del Po è quindi possibile raggiungere Torino, la quale, in quanto metropoli da oltre un milione di abitanti, è molto pericolosa per ciclisti improvvidi che si trovino ad attraversarla lungo le arterie principali. La fattibilità di questo percorso va quindi valutata attentamente.

Il tratto successivo è sostanzialmente pianeggiante ed inizia lungo la pista ciclabile del Po. Il fiume più lungo d'Italia viene tuttavia abbandonato piuttosto presto, per virare a sinistra lungo uno dei suoi tanti affluenti, la Dora Baltea. Anche lungo la Dora è possibile trovare itinerari ciclabili più o meno curati, i quali conducono fino alla città di Ivrea, che anche se non è più un importante polo industriale del nord ovest, resta una cittadina con un centro storico piccolo ma gradevole che merita sicuramente una visita.

L'ultima parte dell'itinerario si snoda lungo la via Francigena. I 100 km che separano Ivrea dal Gran San Bernardo sono caratterizzati da un inizio pianeggiante e successivamente da durissime salite. In quest'ultimo tratto del percorso si incontrano importanti luoghi di interesse, piccoli paesi dotati del silenzioso fascino della montagna valdostana. Tappa intermedia è la città di Aosta, dove, oltre ad ammirare i resti del passaggio dei romani, che la fondarono ai tempi di Ottaviano Augusto, è necessario rifocillarsi e riposarsi prima dell’ultimo tappone alpino, che, in circa 40 km, conduce fino al passo del Gran San Bernardo.

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