martedì 15 luglio 2014

Settima Tappa: Trento - Verona

E siamo giunti quindi alla tappa conclusiva, la lunga volata fino a Verona.

Come già anticipato nel post precedente la tappa finale, a causa degli errati calcoli chilometrici, si presenta più impegnativa del previsto, con circa 100 km da percorrere e in più con una terribile salita nei pressi di Rivoli Veronese (piccola lezione di Storia: è il paese dove fu combattuta la battaglia che dà il nome a Rue de Rivoli, una delle vie principali di Parigi) di cui scopriamo l'esistenza poco dopo il suono della sveglia, e che appare inevitabile nonostante la lunga analisi della mappa per cercare possibili scorciatoie.

La sveglia, su feroci pressioni di Filippo, viene messa alle 8.00, con l'obiettivo di essere in sella per le 9.00: l'orario per una volta viene rispettato abbastanza fedelmente a parte il tradizionale quarto d'ora accademico derivante dall'incredibile lentezza di Alessandro nel prepararsi la mattina.

Alle 9.15 siamo quindi belli ganzi in bici, e il tratto di 26 km fino a Rovereto scorre piuttosto rapidamente: alle 11.00 siamo già nella piazzetta del paese con un caffè in mano.

Cerchiamo di perdere poco tempo, e ripartiamo subitissimo, con l'obiettivo di essere all'ora di pranzo nel paese di Borghetto, dove termina il Trentino Alto Adige e inizia il Veneto: in questo tratto la ciclabile abbandona le coltivazioni di mele per immergersi in mezzo alle viti da cui nascono in celebri vini trentini, e ci fa sempre piacere vedere il vino per così dire "nel suo stato embrionale".


Questo tratto di strada ci riserva anche una piccola piacevole sorpresa che ci fa tornare alla mente la leggendaria via Francigena dell'anno scorso: poco prima di fermarci per pranzo incontriamo al bordo della strada il cartello che ci indica l'attraversamento del 46esimo parallelo. L'anno scorso proprio nella seconda tappa, all'altezza di Gallina, in Val d'Orcia, avevamo superato il 43esimo. Sembra che le coordinate geografiche vogliano accompagnare i nostri viaggi.


La sosta pranzo è ad Avio, poco prima del presupposto stop di Borghetto: dopo tutte le viti attraversate ci pare il minimo concederci un bicchiere di vino accanto ad buon piatto di pasta (e canederli, tanto per restare nel tipico).

Non ci fermiamo molto a riposare, perché la strada è ancora lunga, e i 50 km che ci separano da Verona ci sembrano davvero un'immensità. Appena entrati in Veneto, nella foga di arrivare prima, ponderiamo per un attimo la possibilità di abbandonare il percorso tradizionale della via Claudia-Augusta per lanciarci lungo la trafficatissima statale: per fortuna un ciclista di passaggio ci svela che da poco più di un mese è stata inaugurata una magnifica pista ciclabile proprio fino a Verona, e che la statale non è proprio il massimo da percorrere in bicicletta.

E in effetti la pista ciclabile è davvero fantastica, con un asfalto pressoché perfetto e un percorso abbastanza rettilineo lungo un canale dell'Adige e raggiungiamo abbastanza facilmente l'ultimo terribile ostacolo: la salita di Rivoli. Tutte le nostre speranze di poter aggirare la collina per mezzo di fantomatiche scorciatoie si arrendono davanti alla parete di roccia che sovrasta l'Adige in questo punto: è evidente che non c'è niente da fare, tocca faticare!

La tanto elogiata ciclabile in questo tratto ci tradisce un po', perché attraversa un bosco con un percorso decisamente più tortuoso della strada carrabile, e forse sarebbe stato meglio evitarla in questo tratto, ma ormai ci siamo e tocca pedalare.

Arriviamo in cima alla collina veramente distrutti, anche a causa del caldo, e il panorama sulla valle dell'Adige, davvero molto bello, passa decisamente in secondo piano (speriamo lo apprezziate almeno voi nella foto sottostante!).


È comunque davvero l'ultima fatica: arrivati in cima mancano solo 20 km di discesa e pianura fino a Verona. Percorriamo l'ultimo tratto tirando fuori energie a noi sconosciute: ormai vogliamo arrivare!

Alla fine, alle 18.30, vediamo la guglia di San Zeno Maggiore, poi i merli del Castello Scaligero, e infine le arcate dell'Arena, meta ultima del nostro itinerario.

Anche quest'anno contro tutte le previsioni ce l'abbiamo fatta, e stare con le nostre bici, dopo 7 giorni, 550 km, acqua, sole, salite, discese e tanto sudore, davanti ad una meraviglia di 2.000 anni fa è difficilmente descrivibile a parole.

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