domenica 29 maggio 2016

Prima tappa: Orbetello - Manciano

E alla fine siamo partiti!
L'avventura di Lazy 2016 prende il via alle ore 11 in punto dalla piazza di Orbetello! Ovviamente con ampio ritardo sull'orario di partenza previsto (le 10) a causa della nota disorganizzazione di Alessandro, che ha perso un'ora fra il negozio di assistenza bici (pensava di partire con le gomme sgonfie e il cambio fuori posto...) e la banca (pensava di partire senza soldi...). 

Ma non importa! Alle 11:10 abbiamo attraversato la laguna di Orbetello e, in uno scenario davvero incantevole, abbiamo sfiorato le pendici del Monte Argentario. Una volta raggiunto il tombolo della Feniglia, che ci avrebbe condotti al paese di Ansedonia, abbiamo toccato con mano per la prima volta cosa vuol dire seguire un percorso non segnalato (i percorsi degli anni passati erano tutti abbastanza ben indicati): sbagliando strada per la prima volta (e dopo soli. 5km dalla partenza!) abbiamo capito che era necessario leggere attentamente, e seguire fedelmente, i percorsi scritti sulla guida!


L'attraversamento della pineta della Feniglia è stato davvero magnifico, e anche la prima salita del viaggio, all'acropoli di Cosa, è stata alla fine piacevole! Una volta discesi dall'acropoli ci siamo trovati di fronte alla seconda difficoltà derivante dal percorso non segnalato: la guida mostra il percorso dall'Adriatico al Tirreno, non viceversa! Questo rende in alcuni casi le cose complicate con i sensi unici, e ci ha obbligati a percorrere qualche centinaia di metri sull'Aurelia a 4 corsie!

Superato questo momento traumatico ci siamo rilassati con una bellissima decina di chilometri nell'agro maremmano prima di intraprendere la prima vera salita del viaggio: la scalata del colle di Capalbio. Il percorso sulla Guida fa seguire una strada secondaria molto bella, ma gli ultimi chilometri sono davvero impegnativi, e ci hanno messo davvero a dura prova, prosciugando tutte le nostre energie residue. Nonostante questo siamo riusciti a raggiungere il bellissimo borgo di Capalbio, per sederci comodamente ad un ristorante e goderci il nostro meritato pranzo (con bicchiere di vino che aiuta la circolazione!).


La ripartenza dopo pranzo è sempre difficile, e alcuni chilometri di sali e scendi sterrati nel bosco non ci aiutano affatto. Dopo questo tratto il percorso riprende però la provinciale per Manciano e anche il percorso pomeridiano sembra essere poco più che una piacevole passeggiata. Purtroppo come sempre le cose non vanno come devono andare: dopo alcuni chilometri arriviamo all'incrocio per Poggio capriolo: vediamo i segnali del CAI, leggiamo la guida, e capiamo che quella è la strada da seguire. Errore fatale! La strada proposta è un terrificante sterrato con salite e discese pazzesche, totalmente impraticabili a causa del fondo devastato. I 12 chilometri finali si trasformano un una vera a propria agonia con tratti in cui siamo costretti a scendere e spingere, oltretutto in carenza di acqua.
Alla fine raggiungiamo Manciano alle 19: se avessimo continuato lungo la provinciale, piacevole e con pochissime macchine, avremmo percorso qualche chilometro in più, ma saremmo arrivati almeno un'ora prima! Morale della favola: chi avesse voglia di fare il coast 2 coast in bici eviti Poggio capriolo come la peste e faccia la provinciale!!!

Dopo questa agonia la cena ci sembra un sogno: al tavolo della trattoria da Paolino, celebre ristorante del paese, acquacotta, gnudi e piattate di cinghiale ci rimettono al mondo e ci mandano a letto pronti, anche se doloranti, per la seconda tappa!


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