martedì 9 giugno 2015

26 luglio 2015: lasciando l'Italia

Con questo post vorremmo innanzitutto scusarci per avervi abbandonato per ben due settimane ma, da bravi pigri, ci siamo concessi un po' di riposo dopo mesi e mesi di post a cadenza settimanale.

Detto questo non siamo stati con le mani in mano: tutt'altro! Abbiamo impiegato questo tempo per iniziare la pianificazione del viaggio e, nella speranza che qualcuno decida un giorno di seguire le nostre orme, vorremmo condividere con voi i dettagli della nostra preparazione. Questo perché organizzare una dieci giorni di ciclismo all'estero per chi, come noi, tira fuori la bicicletta dalla cantina al massimo un paio di volte all'anno, pone delle problematiche che in certi casi nessuno si immaginerebbe.

Questa settimana partiamo raccontandovi cosa vuol dire innanzitutto raggiungere il punto di partenza! Si tratta di una problematica tutt'altro che secondaria, soprattutto quando il punto di partenza, come nel nostro caso, si trova addirittura in un'altra Nazione. In questo caso le scelte possibili sono solo tre: automobile, treno e aereo.

Ognuna di queste possibilità presenta i suoi pro e suoi contro: andiamo ad analizzarle nel nostro contesto.


Automobile

La macchina è sicuramente il mezzo più versatile: ci porta dove vogliamo, non ha orari, ci permette di caricare tutti i bagagli che vogliamo e ha costi abbastanza contenuti. Tuttavia presenta una serie di complicazioni, prima fra tutta la possibilità di caricare su di essa non una ma ben tre biciclette. Se non si ha a disposizione un portabici o un carrello (che però, come abbiamo scoperto a nostre spese, va omologato) è necessario che le biciclette vengano smontate e caricate su di una macchina con un bagagliaio capiente (una station wagon è l'ideale): e qui si entrerebbe nel capitolo "smontaggio delle biciclette" (e conseguente selva di bestemmie), ma torneremo su di esso un'altra volta. Altro svantaggio dell'auto deriva dalla necessità di doverla parcheggiare ed abbandonare per il tempo necessario a compiere l'impresa (nel nostro caso ben 9 giorni).


Treno

Il treno è un'alternativa molto comoda: in alcuni casi presenta vagoni per biciclette e quindi si risparmiano le bestemmie collegate allo smontaggio, non è troppo costoso e non richiede di dover guidare per 1.000 km (cosa abbastanza fastidiosa). Tuttavia ha un problema gigante: se il punto di partenza, come nel caso nostro, non è una grande città, trovare le coincidenze giuste può diventare un'impresa e può far lievitare considerevolmente i costi.


Aereo

L'aereo è forse il mezzo più ostico. È sicuramente molto comodo, permette di raggiungere il punto di partenza in poche ore, ma richiede necessariamente lo smontaggio delle bici. Di più, richiede di affidare le cure del prezioso mezzo di trasporto agli operatori aeroportuali che non sempre sono noti per l'attenzione con cui maneggiano i bagagli. Inoltre quasi tutte le compagnie richiedono il pagamento di una tassa aggiuntiva per le strumentazioni sportive che rischia di far lievitare notevolmente i costi del viaggio. Infine, last but not the least: difficilmente l'aereo vi porterà nel punto di partenza esatto (probabilmente Nevers non ce l'avrà nemmeno l'aeroporto!): sarà quindi necessario fare ricorso ad un altro mezzo di trasporto.

Detto questo, avete già saputo dal post precedente qual'è stata la nostra scelta: ci sobbarcheremo i 1.000 km di automobile fino a Nevers, sfruttando il porta biciclette di Mauro (incredibilmente ne ha uno!!!) che verrà montato sull'auto a GPL di Filippo (per ridurre le spese di carburante!): Alessandro si limiterà a riempire il bagagliaio di bottiglie di vino nel viaggio del ritorno!

Google maps ci suggerisce due itinerari per raggiungere la cittadina francese, il primo che passa dal Monte Bianco e l’altro dal Frejus: ad oggi pensiamo di scegliere il primo che sembra leggermente più corto ma non sono esclusi cambiamenti in corso d’opera (anche il giorno stesso a seconda delle informazioni sul traffico!).

Ovviamente i 1.000 km non verranno affrontati tutti in un'unica tirata: è prevista una valida sosta pranzo, allo stato attuale delle cose stimata ad Aosta, in modo da godere anche solo per un pasto delle gioie gastronomiche della Vallée.

Se qualcuno si trovasse nei dintorni e si volesse unire…

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