lunedì 3 novembre 2014

Itinerario 06. I tapponi dolomitici

Cari affezionatissimi lettori, come prima notizia dobbiamo annunciarvi il risultato del secondo sondaggio svoltosi nelle due precedenti settimane; infatti, l'itinerario della Moldava ha sconfitto nettamente il gemello itinerario fluviale lungo la Drava per 31 voti contro 11 (73,81% contro 26,19%). Pertanto, il percorso ciclabile della Moldava accede al secondo turno delle selezioni di Lazy on Bike 2015, mentre per la Drava... sarà solo un arrivederci.

Ma veniamo all'itinerario forse più atteso della selezione Lazy 2015: i tapponi dolomitici. Il percorso che abbiamo pensato per voi calca alcune delle strade che hanno fatto la cronaca e la storia del Giro d'Italia, passi ad altitudini proibitive (a maggior ragione per gente pigra nel DNA come noi...) e con pendenze da infarto.

La partenza dell'itinerario è una vecchia conoscenza dei Lazy, ovvero la città di Trento, già attraversata durante la lunga percorrenza alpina degli scorsi mesi, la via Claudia-Augusta (per chi ne volesse sapere di più, consigliamo la lettura delle pagine nell'apposita sezione del blog). Da Trento, inizia la dura salita verso Cembra (22 km e 600 m di dislivello), in un tragitto poco trafficato e dislocato in un paesaggio mozzafiato tra i rinomati vigneti trentini. Il percorso prosegue lungo un falsopiano che conduce in Val di Fassa, dove vengono attraversati tutti i piccoli paesi che l'hanno resa celebre nel mondo. Il primo che si incontra è Cavalese (1.000 m di altezza) celebre stazione sciistica, tristemente nota per la tragedia del Cermis. Il percorso si snoda poi placido e sempre in salita lungo la valle, attraverso Moena, la Fata delle Dolomiti, nota località turistica, dove passeggiando per le pittoresche strade si possono incontrare sciatori famosi e sorseggiare un aperitivo in uno dei tanti locali alla moda.


A questo punto il cammino prevede una piccola deviazione con una durissima salita verso il Passo Costalunga, per visitare il celeberrimo Lago di Carezza, noto per assumere una colorazione dello specchio d'acqua diversa in ogni stagione. L'arrivo è stabilito a Canazei, dove si rende obbligatorio un ritiro spirituale prima di affrontare, l'indomani, il primo mostro sacro, il passo del Pordoi, che conduce ad Arabba, dopo 20 km di salita costante e durissimi tornanti. Per ribadire la difficoltà della salita, si ricorda che il Passo del Pordoi è considerato una leggenda del Giro d'Italia, di cui, per ben 13 volte, è stato Cima Coppi e che, in vetta, ad oltre 2.200 m, vi è un monumento celebrativo delle imprese del grande Fausto.


L'ultima fatica (non da poco) è il Passo del Falzarego, con il quale si abbandona il Trentino per passare in Veneto, in provincia di Belluno, a pochi chilometri dalla meta finale. Il nome Falzarego deriva dal ladino fàlza régo, ossia "falso re". Questo appellativo si riferisce ad un leggendario sovrano del regno dei Fanes, che avrebbe usurpato il trono al suo legittimo detentore e si sarebbe successivamente tramutato in pietra per aver ingannato il proprio popolo. Anche questo passo è una leggenda del Giro d'Italia, in quanto nel lontano 1946 Coppi sconfisse Bartali in una storica tappa. L'ultima fatica è ripagata dall'ingresso trionfale nella località montana più famosa del mondo, Cortina d'Ampezzo, una perla incastonata tra montagne bellissime, località di turismo estivo ed invernale e nota per essere stata più volte il set in cui sono stati girati alcuni tra i film più trash del cinema italiano.

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