Ogni ulteriore parola su questo bellissimo e suggestivo percorso è superflua: non resta che invitarvi a leggere il post o a rileggere l'itinerario cliccando sulla foto sottostante.
Al tempo stesso vi ricordiamo che c'è un sondaggio in corso: ancora pochi di voi ci hanno detto se preferiscono la Moldava o la Loira, quindi vi invitiamo caldamente ad esprimere la vostra preferenza nella colonna di destra!
Alessandro
Perché SI:
Come si dice: il primo amore non si scorda mai. La via Francigena è per Lazy on Bike dove tutto è iniziato: il fioretto di ormai tre anni fa che ha convinto tre sfaticati orribili a salire sul sellino di una bici per percorrere centinaia di chilometri contro tutte le previsioni. Al tempo stesso rappresenta in parte un'opera incompiuta: il percorso dei pellegrini sulla strada di Roma non si limitava infatti a collegare Siena alla capitale, ma era un lunghissimo itinerario che, partendo da Canterbury, attraversava mezza Europa. È evidente quindi che affrontare un altro pezzetto di questa lunga autostrada medievale rappresenta per me molto di più di una semplice gita in bici. Il tratto italiano attraversa poi città, borghi e paesaggi di rara bellezza, dove ogni sosta rischia di trasformarsi in un vero e proprio orgasmo eno-gastronomico. Da ultimo, la possibilità di entrare nella mia città a cavallo della bici dopo aver percorso 700 km deve essere davvero qualcosa di indescrivibile.
Perché NO:
L'unico e grande limite di questo itinerario è rappresentato dalla sua estrema lunghezza. 700 km sono di per sé un'enormità, e lo divengono ancor di più pensando che devono essere percorsi quasi sempre su strade sterrate, ma anche in poco più che sentieri di campo, in alcuni casi: alcuni tratti della prima Francigena sono stati per noi dei veri e propri traumi! Inoltre, lungo il percorso ci sono ostacoli ciclistici da giro d'Italia, per primo il terribile passo della Cisa. L'ultimo terribile nemico potrebbe essere il clima: l'attraversamento della pianura padana in piena estate potrebbe avere conseguenze a dir poco drammatiche sui nostri scarsi fisici.
Filippo
Perché SI:
Il primo ed unico motivo per cui sarei contento di tornare sulla via Francigena è per finire quello che abbiamo iniziato due estati fa, quando, grazie ad un fioretto al limite tra il mistico ed il folle, ci siamo ritrovati, senza neanche sapere cosa stavamo facendo, ad attraversare mezza Toscana ed altrettanto Lazio, per raggiungere in bicicletta Roma, partendo dalla Basilica dei Servi a Siena. La vittoria di questo percorso ci permetterebbe infatti di compiere un'impresa epica, anche se in due spezzoni: completare l'intera via Francigena, quasi 1.000 km dal confine italo-elvetico alla Città del Vaticano. Sicuramente il percorso è a dir poco stupendo e ricco di prelibatezze eno-gastronomiche da far girare la testa a buongustai come noi! Inoltre, ha quella buona dose di epopea e di fatica, per me necessarie in un viaggio Lazy.
Perché NO:
Purtroppo la lista dei "no" per questo itinerario è piuttosto fornita. In primis, la lunghezza del tragitto è decisamente eccessiva, oltre 700 km da percorrere, non nella splendida sede stradale della Claudia-Augusta, ma su sentieri che nemmeno potevamo immaginare, quando la percorremmo due anni fa. E la qualità dell'itinerario è il secondo motivo per cui propendo per il no. Il terzo motivo è di tipo climatico: essendo infatti un itinerario tutto italiano, comprendente anche buona parte della pianura Padana, percorrerlo sotto il solleone tipico delle nostre estati, mi preoccupa davvero molto, anche se consideriamo la difficoltà di reperire dell'acqua (non arsenicata). Aggiungo poi che la via Francigena fino a Siena prevede alcuni tratti di salite molto, molto impegnative, quali, giusto per fare un esempio, il temibile passo della Cisa. L'ultimo motivo, puramente egoistico, è che la mia bicicletta ibrida non è adatta per un itinerario così sconnesso e quindi dovrei pure noleggiarne una.
Mauro
Perché SI:
Quando si parla di "Italia" è fin troppo facile argomentare positivamente la bellezza e il fascino dei luoghi, per non parlare degli aspetti culinari da leccarsi i baffi e, infine, per proseguire con quelli riguardanti il folklore e l’atmosfera che si respira. Ma non è questo quello che, secondo me, rende speciale questo itinerario. Difatti è stato proprio lungo la via Francigena, nel tratto da Siena a Roma, che sono nati i Lazy on Bike e l’idea del nostro blog. Cimentarsi nel tratto precedente rappresenterebbe il completamento di un’impresa che, già al tempo, è risultata a dir poco epica. E poi, consentitemi un po’ di sano campanilismo, credo che arrivare nella mia Siena in bicicletta, dopo aver percorso circa 700 km, rappresenti un’emozione difficilmente descrivibile a parole.
Perché NO:
Questo itinerario è decisamente troppo lungo. Come se non bastasse, abbiamo già imparato sulla nostra pelle che la via Francigena è tutt’altro che una strada di facile percorribilità, in quanto i tratti asfaltati sono frequentemente alternati a segmenti di strade bianche che, talvolta, si riducono addirittura ad impercettibili sentieri nascosti in mezzo ad un’imponente coltre erbosa. Come se non bastasse, alla difficoltà del tracciato, si uniscono anche l’altimetria (non dimentichiamoci che questo percorso prevede il superamento del passo della Cisa) e, a tratti, la totale assenza di copertura arborea, che costringe il viandante a sottostare alle volontà divine, siano esse acqua a catinelle o sole a picco, senza possibilità di alcun riparo.
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